Villa Medici, rovine e riutilizzo
Casualmente, il dialogo tra rovine e arte contemporanea, avviato con la visita alla mostra Futuruins continua a Roma presso Villa Medici. Mi trovo nella capitale per Anna Maria, la mia amica-collega che ieri si è laureata e, finiti i festeggiamenti, ne approfitto per andare a visitare questa villa che era da tanto nella mia lista romana (che invece di accorciarsi si allunga). La mostra in realtà è un fuoriprogramma, l’accesso al palazzo e al suo giardino sono contingentati e, nel frattempo, i visitatori possono accedere alla mostra Romamor di Anne & Patrick Poirier.
Non si tratta affatto di un passatempo in attesa di vedere la villa, la mostra è davvero interessante e ben strutturata. Gli artisti, ospitati nella residenza sede dell’Accademia di Francia, hanno prodotto una serie di opere che intrecciano antico, rovine, scomparsa e riflessione contemporanea “Passiamo dall’ombra alla luce, alternativamente, dal nero al bianco, dall’ordine al caos, dalla rovina alla costruzione utopica, dal passato al futuro, e dalla introspezione alla proiezione. La duplice identità del nostro binomio di architetti-archeologi è ciò che consente questa erranza tra universi apparentemente lontani tra loro, dei quali cerchiamo le relazioni nascoste”.
La mostra contemporanea continua anche all’esterno, integrandosi in modo rispettoso con gli elementi rinascimentali, come l’installazione di occhi marmorei adagiati sul fondo della fontana.
La facciata esterna che si apre sul giardino è uno dei motivi principali della mia visita. Dopo aver studiato la villa in storia del collezionismo, desideravo poter ammirare dal vivo la splendida composizione di Bartolomeo Ammannati per Ferdinando de’ Medici. Secondo un gusto tardo rinascimentale della seconda metà del Cinquecento, che collega virtualmente questa facciata con quella della Casina di Pio IV realizzata da Pirro Ligorio, rilievi classici e decorazioni architettoniche antiche vengono ricomposte e incastonate, assieme ad opere create ad hoc, in un’opera di straordinaria compostezza che riesce a far dialogare eclettismo ed erudizione.
Tra i rilievi più straordinari reimpiegati nella facciata si possono vedere le ghirlande e i bucrani pertinenti all’Ara Pacis, notoriamente di Augusto, e quelli attribuiti all’Ara Pietatis Augustae consacrata da Claudio.
Dal 2001 l’Accademia di Francia si è occupata anche del recupero del giardino formale all’italiana con il ripristino delle essenze originariamente presenti nel Cinquecento, e il restauro delle decorazioni scultoree e delle architetture, come il padiglione affrescato da Jacopo Zucchi con grottesche, piante ed animali del giardino.
Consigli di lettura
- Villa Medici, Accademia di Francia
www.villamedici.it - S. Dollari, Riscoperta e fortuna dei rilievi dell’Ara Pacis nell’età della Rinascita, Engramma
www.engramma.it/… - Anne e Patrick Poirier, Romamor
www.arte.it/…
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